I recenti fatti accaduti in Egitto mi hanno fatto riflettere su un problema che mi ha sempre affascinato: il punto di rottura.
Un chiodo rimane immobile per anni e anni, poi un giorno cede di colpo, apparentemente senza motivo, e il quadro cade a terra, il vetro va in fratumi. Forse nel tempo impercettibili movimenti logoravano la struttura del muro? Oppure le tensioni a lungo accumulate e andate crescendo riescono alla fine a vincere ogni resistenza? Cos’è che attiva questi processi improvvisi?
Un popolo che dopo trent’anni di quiete decide inaspettatamente di ribellarsi a un regime, un edificio di duemila anni che implode di colpo, un seme nascosto per giorni nel ventre della terra che produce un germoglio, un bimbo che dopo quaranta settimane improvvisamente decide di uscire dalla pancia della mamma.
Incredibile.