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Incontri ravvicinati del terzo tipo nel celebre film di Spielberg

Incontri ravvicinati del terzo tipo nel celebre film di Spielberg

Andare in giro con un neonato è un’esperienza davvero curiosa, soprattutto per le reazioni che un bambino piccolo scatena intorno a sé, perlopiù nella popolazione femminile (anche se, in rarissimi casi, ho riscontrato fenomeni analoghi pure in alcuni uomini). In base alla mia seppur breve esperienza, ho elaborato una teoria che si richiama alla famosa scala definita dall’astrofisico Josef Allen Hynek per definire gli incontri ravvicinati con entità extraterrestri.

Nessun incontro ravvicinato: la quasi totalità degli uomini e una certa percentuale di donne appaiono indifferenti e, incrociando la carrozzina, proseguono dritti per la loro strada.

Incontro ravvicinato del I tipo (avvistamento): la persona in questione (uomo o donna che sia) getta uno sguardo furtivo all’interno della carrozzina.

Incontro ravvicinato del II tipo (fenomeni): alla vista dell’infante, la persona emette un gridolino e poi fa un commento tra sé e sé oppure si rivolge ai suoi accompagnatori (“Che bellina!”, “Hai visto com’è piccola?”, ecc.).

Incontro ravvicinato del III tipo (contatto): la donna in questione (nessun uomo si è mai spinto a questo livello!) guarda il bimbo, commenta e poi ti sorride complice, come se tra voi ci fosse un lungo e consolidato rapporto di amicizia, e comincia a farti domande (generalmente “Quanto tempo ha?” e “Come si chiama?”), a volte arrivando persino a toccare un piedino o una manina del bambino (cosa che mi irrita enormemente).

Incontro ravvicinato del IV tipo (rapimento): la donna, anzi di norma la vecchina, non solo comincia a parlare del bambino con te, ma si sente in dovere di darti consigli o addirittura di rimproverarti per qualche cosa (“Eh, oggi però c’è troppa aria!”, “Piccina, ti sei stancata di andare in giro, eh?”, “Attenti al sole, ché oggi picchia!”).

Come reagire? A volte con un sorriso imbarazzato, a volte, lo ammetto, accelerando il passo e quasi fuggendo. Ma del resto, siamo davvero sicuri che questi alieni siano amichevoli?!?

Il punto di rottura ("l'anello che non tiene" avrebbe detto Montale)

Il punto di rottura ("l'anello che non tiene" avrebbe detto Montale)

I recenti fatti accaduti in Egitto mi hanno fatto riflettere su un problema che mi ha sempre affascinato: il punto di rottura.

Un chiodo rimane immobile per anni e anni, poi un giorno cede di colpo, apparentemente senza motivo, e il quadro cade a terra, il vetro va in fratumi. Forse nel tempo impercettibili movimenti logoravano la struttura del muro? Oppure le tensioni a lungo accumulate e andate crescendo riescono alla fine a vincere ogni resistenza? Cos’è che attiva questi processi improvvisi?

Un popolo che dopo trent’anni di quiete decide inaspettatamente di ribellarsi a un regime, un edificio di duemila anni che implode di colpo, un seme nascosto per giorni nel ventre della terra che produce un germoglio, un bimbo che dopo quaranta settimane improvvisamente decide di uscire dalla pancia della mamma.

Incredibile.