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I pupazzi di neve degli antichi romani saranno stati così?

I pupazzi di neve degli antichi romani saranno stati così?

Una delle principali curiosità di un blogger è sicuramente quella di monitorare il traffico sul proprio sito. Nel mio caso, devo dire che ciò che mi affascina di più è scoprire in che modo le persone approdano alle pagine del mio blog, qual è la ricerca che hanno effettuato su Google per arrivare fin qui. E devo ammettere che di tanto in tanto le statistiche di accesso riescono a strapparmi un inatteso sorriso.

Va detto innanzitutto che includendo la parola “Ubriaco” nel titolo del proprio blog si attira inevitabilmente una serie di utenti che fa ricerche quantomai…pittoresche, come trovare ispirazione per fare dei (sicuramente raffinatissimi) “auguri ubriachi“, per formulare dei “pensieri di Natale ubriachi” o per confezionare un originalissimo “costume di carnevale da ubriaca” (naso rosso, passo barcollante e bottiglia in mano?!?).
Ci sono poi moltissimi utenti che approdano sul mio sito cercando un fantomatico (ma evidentemente assai popolare) “quadro ubriaco” o un “quadro con vecchio che si ubriaca“. A me sinceramente non viene in mente nessun “quadro sugli ubriachi“, ma è evidente che l’ebbrezza è strettamente correlata all’arte e al pensiero, visto che c’è chi cerca un “copione ubriaco“, chi vorrebbe avere informazioni su “Schopenhauer ubriaco” o su “Bersani sbronzo” (ignoro se si riferiscano al cantante o al politico) e persino chi avanza la tesi piuttosto azzardata secondo la quale “se sei ubriaco ricordi le cose importanti“!!

Ci sono poi alcune ricerche che sembrano più che altro delle confessioni, il Web ascolta silenzioso e comprensivo tutti i nostri peccati: c’è chi è “ubriaco tutti i giorni” e quelli che sono “ubriachi ogni weekend“, mentre, con l’inizio delle ferie estive (evidentemente non troppo esaltanti), c’è chi afferma: “in vacanza sono sempre ubriaco“. Ma la bella stagione induce anche alcuni etilisti (che pure appaiono indifferenti ai danni che possono arrecare al proprio fegato) a preoccuparsi della salute della pelle e a informarsi quindi su cosa accada a “prendere il sole da ubriachi“; altri invece cercano forse conferma all’interessante teoria secondo la quale “l’estate ci si ubriaca di meno“.

Altre volte dietro le poche parole di una ricerca si può intravedere o immaginare un’intera storia. C’è chi vuole aiutare un “amico ubriaco in crisi” e chi “piange solo se ubriaco” (oh, sono problemi!), ma devo dire che le confessioni più intimistiche sono legate soprattutto alla parola “Timido” nel titolo del blog: qualcuno spera di trovare su Internet il modo di “dichiarare il proprio amore ad una donna sposata” o semplicemente di “dichiarare il proprio amore ad un uomo” (evviva la parità dei sessi!), mentre un altro timido si chiede “perchè mi faccio sempre rosso?“. Qualcuno confessa poi (stranamente a Google anziché alla persona interessata) che “non esserci salutati mi ha lasciato un po’ di tristezza“, mentre un altro fa una ricerca che sembra l’incipit di un racconto: “incontri una ragazza e ti sorride“. Già. E poi?

Di sicuro, da quando guardo queste statistiche, sono molto più attento alle parole che inserisco nella casellina della ricerca di Google, sapendo che forse dall’altra parte della rete c’è un essere umano che legge quello che ho scritto e se ne domanda il motivo: cosa spera di trovare su Internet chi cerca la frase “uomo timido in amore” o “un uomo silenzioso e timido“? Il coraggio di dichiararsi non si nasconde certo tra i bit di una pagina web.
Ancora più criptico è lo scopo che può aver spinto qualcuno a dare in pasto a Google la frase “zampette gelate e fumanti“. Cosa avrà voluto dire? Cosa cercava? Non riesco proprio a immaginarlo.
Ma tra tutte le ricerche che hanno condotto utenti sconosciuti sulle pagine del mio blog, devo dire che quella che mi ha segnato maggiormente è un’altra, una domanda che ha instillato in me un dubbio assillante, una questione cruciale che purtroppo per me resta tuttora senza risposta: “gli antichi romani facevano i pupazzi di neve?“.

La cover dell'album di Gazzè "Una Musica Può Fare" che contiene il brano "Il Timido Ubriaco"

La cover dell'album di Gazzè "Una Musica Può Fare" che contiene il brano "Il Timido Ubriaco"

Il nome di questo blog, Il Timido Ubriaco, rimanda ovviamente all’omonima canzone di Max Gazzè, che racconta appunto i tormenti di un uomo timido, che non riesce a dichiarare il proprio amore ad una donna già sposata, ma che, spinto dall’ebbrezza data da un “lungo e familiar bicchier di vino”, può solo dedicarle i versi di una canzone, con la tenue speranza che possano avere su di lei l’effetto di quella rosa che lui non ha il coraggio di donarle.

E’ una canzone che ho sempre trovato molto interessante, sia dal punto di vista musicale e metrico (lo schema delle rime è fantastico!), sia perché mi sono un po’ riconosciuto nella figura di quest’uomo timido, silenzioso, che nasconde dentro di sé un mondo di pensieri, sentimenti ed emozioni, ma che, proprio per il suo carattere, spesso si riduce a guardare la vita dal di fuori anziché parteciparvi, oppure affida il proprio mondo interiore a una canzone, a una poesia, a una lettera, a un diario.

Ecco, questo sarà il mio diario online per i prossimi mesi, nel quale appunterò quei pensieri, quelle riflessioni che un timido elabora nei suoi lunghi silenzi ma che spesso tiene per sé, soprattutto per la radicata convizione che, in fondo, non possano interessare proprio a nessuno.