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“C’è qualcosa nella fine dell’estate non so bene che cos’è / E non riesco a respirare”
(Baustelle, Il Vangelo di Giovanni)

 

Il doodle dedicato al primo giorno d'autunno

Il doodle dedicato al primo giorno d’autunno

Anche senza l’immancabile doodle non avremmo potuto dimenticare che oggi è il primo giorno d’autunno. Ce lo avrebbe ricordato l’aria leggera, cristallina, l’arancione del sole che scende troppo presto, i suoi raggi netti, precisi, che ci attraversano come frecce cariche di malinconia. Ce lo avrebbe detto quella sensazione di qualcosa che si conclude, di un altro anno che è passato, il ricordo consolante e spaventoso della nostra mancata immortalità.

Alle spalle ci restano i ricordi dell’estate: la sua luce e il suo calore ci avvolgono ancora mentre il crepuscolo intorno ci annuncia la nuova stagione, con i suoi cambiamenti, le sue incognite, le sue speranze e la remota promessa di una primavera ancora lontana.

E allora stasera, per combattere questo senso della fine, ho voluto far rinascere il blog così a lungo rimasto silenzioso, per ricordarmi che ogni epilogo racchiude in sé un nuovo inizio, che la vita è in continua trasformazione e che, nonostante tutto, sono ancora qui, ancora una volta a guardare l’orizzonte, con il cuore trepidante ad aspettare l’alba di domani.

 

Un venditore di almanacchi

Un venditore di almanacchi

La notte di San Silvestro rinnoviamo un antico rito di passaggio: come il dio Giano bifronte, da un lato volgiamo lo sguardo verso l’anno vecchio che si conclude, facendo inevitabilmente un bilancio di quello che di buono o cattivo ci ha portato, dall’altro guardiamo al nuovo anno pieni di speranza, festeggiando perché la fine coincinde con un nuovo inizio.

E questo passaggio, unito alla necessità tipicamente umana di catalogare le cose, ci dà l’impressione che in questi giorni il flusso del tempo si interrompa, che ogni anno sia come una scatola separata dalle altre, che può contenere gioie o dolori a seconda dei capricci della fortuna: chi ha avuto una pessima annata gioisce al pensiero che sia terminata, chi ha vissuto un anno sereno si volge indietro con un sorriso, ma tutti hanno comunque il cuore colmo di speranze per il nuovo anno, che sicuramente sarà pieno e generoso.

Ma non appena si spegne l’eco dei fuochi artificiali, mentre l’aria è ancora impregnata dell’odore invadente della polvere da sparo, ecco che già ritroviamo la vecchia vita che ci attende alle nostre spalle, proprio nel punto in cui l’avevamo lasciata, incurante del cambio di data.

Beh, anche quest’anno è andata così, la vita prosegue come prima. Ma presto arriverà la svolta, la fortuna, tutto cambierà.

Magari il prossimo anno.

“Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”
(Giacomo Leopardi, Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere)