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Dopo un picco non si può fare altro che scendere

Dopo un picco non si può fare altro che scendere

Oggi è il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno. Da domani il sole comincerà il suo lento ma inesorabile spostamento verso sud e ogni giorno sarà un pochino più corto di quello che l’ha preceduto.

È questo il problema con i vertici: quando raggiungi la vetta non puoi fare altro che scendere. La gente dice: da oggi comincia l’estate! Io penso: da oggi comincia la fine dell’estate, gli acquazzoni di metà agosto già si avvertono all’orizzonte.

Secondo una ricerca inglese (ovviamente!) l’età più felice della vita sono i 38 anni: si è ancora relativamente giovani ma solitamente si sono già ottenuti alcuni importanti obiettivi in ambito familiare e lavorativo; mediamente a questa età si ha un posto di lavoro stabile, una casa, magari una famiglia e dei figli (che ancora non sono entrati nel terribile periodo adolescenziale!), insomma ci si sente realizzati su diversi fronti e si è raggiunto un certo equilibrio interiore.

Pochi giorni fa ho compiuto 36 anni, ho  pensato: mi restano solo due anni prima dell’inizio del mio inevitabile declino.

È questo il problema con i vertici. Quanto aveva ragione Leopardi!

L'ossessione del tempo

L’ossessione del tempo

Scena Prima
Un mattino di luglio guardo l’orologio e, come faccio decine di volte nella mia giornata, esclamo: “E’ tardissimo!”. Mi alzo di scatto, abbandonando quel meraviglioso momento di intimità che unisce una famiglia al tavolo della colazione, e mi precipito verso il bagno. Poi sulla porta indugio, mi volto e dico a mia moglie, scherzando: “«E’ tardissimo!» è la storia della mia vita”.

Scena Seconda
Sto preparando la valigia per il mare. Che noia queste compagnie aeree che ti impongono anche un limite sul peso dei bagagli, oltre che sulle dimensioni! Devo assolutamente farci entrare il netbook, così magari durante le vacanze mi riesce di portare a termine qualcuna delle mille cose che sono nella mia lista delle cose da fare. Ma la bilancia non vuole saperne di collaborare. Non mi resta che sostituire le 654 pagine di Gao Xingjian con le 428 di Fred Vargas. Ryanair ci impone letture leggere!

Scena Terza
Nella casa del mare, mia figlia dorme, mia moglie anche. Fuori il sole piomba a picco sul cortile, nella canicola si sente solo il rumore costante del mulino, sovrastato dal verso delle tortore. Sarebbe il momento ideale per accendere il netbook e cominciare a spuntare le voci della mia lista delle cose da fare. Ma in fondo sono in vacanza, voglio rilassarmi, mi metterò a fare qualcosa quando torno a Firenze. Al momento sembra che la cosa più importante sia sapere cosa è successo a Herbier. Torno a Fred Vargas.

Epilogo
Primo giorno di lavoro dopo le ferie. Il suono della sveglia è un trauma, ritrovare la propria scrivania è facile, il difficile è ricordare che lavoro si faceva prima delle vacanze.
Lungo la strada mi viene in mente che prima della fine di agosto bisogna chiamare per il nido. E passare in banca, perché il bancomat scade il prossimo mese. E le foto? Non le stampiamo? Andrebbero riordinate, bisognerebbe scegliere quelle da portare al fotografo e poi sistemarle negli album. Ma non posso scaricarle tutte sul PC, il disco è già quasi pieno, bisogna fare un po’ di pulizia. Una di queste sere mi ci metto.

Settembre è alle porte, comincia un nuovo anno di lavoro. La lista delle mie cose da fare si è allungata un pochino di più, la vita mi ha lasciato ancora qualche passo più indietro.

I fiori del tiglio

I fiori del tiglio

Tra gli innumerevoli odori che la primavera ci regala ce n’è uno per me inconfondibile, quello dei tigli, che si lega indissolubilmente ai ricordi della mia infanzia, proprio come la famosa madeleine di Proust. E’ un profumo persistente eppure delicato, dolce ma non stucchevole, è un odore di pulito, di sapone, di fresco.

Il tiglio fiorisce tra la fine di maggio e l’inizio di giugno: quando andavo a scuola questo era per me il profumo dell’imminente fine delle lezioni, delle sere lunghe e luminose di giugno, dei gelati, delle maniche corte. Era anche l’odore che annunciava l’arrivo del mio compleanno (erano ancora gli anni in cui il compleanno è una data che si attende con ansia) e poi era il periodo della festa di Sant’Antonio, con la processione, l’infiorata, i fuochi d’artificio. Era il profumo delle serate al luna park, delle vacanze e dell’estate che stava iniziando, che sarebbe stata sicuramente una bellissima estate.

Ora le mie vacanze purtroppo sono molto più brevi e quei torridi pomeriggi estivi che non passano mai non fanno più parte della mia vita, ora il mio compleanno è un giorno come un altro, anzi è un giorno inclemente che mi ricorda che sono più vecchio, e sono molti anni ormai che non vedo più la processione di Sant’Antonio. Eppure le serate di giugno sono ancora straordinariamente belle e struggenti e il profumo dei tigli per me è ancora il profumo dell’estate, di qualcosa che inizia, di un’attesa, di una speranza per il futuro.

Chiudo gli occhi e inspiro. I tigli stanno fiorendo: giugno è arrivato, l’estate è alle porte.