Tra gli innumerevoli odori che la primavera ci regala ce n’è uno per me inconfondibile, quello dei tigli, che si lega indissolubilmente ai ricordi della mia infanzia, proprio come la famosa madeleine di Proust. E’ un profumo persistente eppure delicato, dolce ma non stucchevole, è un odore di pulito, di sapone, di fresco.
Il tiglio fiorisce tra la fine di maggio e l’inizio di giugno: quando andavo a scuola questo era per me il profumo dell’imminente fine delle lezioni, delle sere lunghe e luminose di giugno, dei gelati, delle maniche corte. Era anche l’odore che annunciava l’arrivo del mio compleanno (erano ancora gli anni in cui il compleanno è una data che si attende con ansia) e poi era il periodo della festa di Sant’Antonio, con la processione, l’infiorata, i fuochi d’artificio. Era il profumo delle serate al luna park, delle vacanze e dell’estate che stava iniziando, che sarebbe stata sicuramente una bellissima estate.
Ora le mie vacanze purtroppo sono molto più brevi e quei torridi pomeriggi estivi che non passano mai non fanno più parte della mia vita, ora il mio compleanno è un giorno come un altro, anzi è un giorno inclemente che mi ricorda che sono più vecchio, e sono molti anni ormai che non vedo più la processione di Sant’Antonio. Eppure le serate di giugno sono ancora straordinariamente belle e struggenti e il profumo dei tigli per me è ancora il profumo dell’estate, di qualcosa che inizia, di un’attesa, di una speranza per il futuro.
Chiudo gli occhi e inspiro. I tigli stanno fiorendo: giugno è arrivato, l’estate è alle porte.