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Il povero Atlante Farnese non può liberarsi del suo fardello nemmeno per un attimo!

Il povero Atlante Farnese non può liberarsi del suo fardello nemmeno per un attimo!

Il giornale radio mi sveglia raccontandomi storie di barconi naufragati, di profughi, di polemiche tra Italia e Francia; in strada i quotidiani del mattino mi inseguono dalle civette delle edicole e dalle pagine dei free-press con le immagini dell’ennesima forte scossa in Giappone; su Internet, le testate online mi avviliscono con le infinite deludenti sceneggiate della politica nostrana; a fine giornata mi attende il telegiornale, come una finestra sul mondo che condisce la mia cena con immagini amare di sofferenza.

Oggi però comincia il weekend e, una volta tanto, le previsioni danno tempo splendido (in barba alla Nuvola dell’impiegato), anzi affermano che sarà un vero e proprio anticipo d’estate, come ripetono da giorni i vari giornali radio, free-press, testate online, telegiornali (ovviamente con toni allarmistici: non ci sono più le mezze stagioni, le temperature sono superiori alle medie stagionali, l’effetto serra e il buco dell’ozono pendono sulle nostre teste come spade di Damocle). Al bel tempo, che mi mette comunque e sempre di buon umore, aggiungete che ci saranno aperture gratuite di musei e giardini per la Settimana della Cultura, che inizia proprio questo sabato.

E allora per due giorni voglio spegnere tutto, televisione, radio, computer, voglio scrollarmi di dosso il peso del mondo e godermi questo splendido sole, la piccola gioia di sentire il calore sulla pelle, il gusto di un gelato, di una passeggiata con la propria famiglia. Per un paio di giorni sarò forse un uomo peggiore, sicuramente più egoista, ma ogni tanto è necessario staccare la spina, dimenticare i problemi del mondo, magari cercando di convincersi che l’armonia di questa bellissima primavera si possa estendere all’intero pianeta e a tutti i suoi abitanti.

Atlante è momentaneamente assente, sarà di ritorno lunedì mattina.

La nuvola di Fantozzi

La nuvola di Fantozzi

E’ arrivata la primavera, carica di sole, di profumi e di radiazioni tossiche (!). Guardo malinconicamente il cielo azzurro dalla finestra dell’ufficio; quando, rientrando dal pranzo, devo barricarmi di nuovo in un edificio, di fronte a uno schermo, mi piange il cuore ad abbandonare questo caldo sole. Fortunatamente tra poco arriva il weekend e potrò godermi la mia parte di questo raggiante inizio di stagione…

Già, perché, dopo una settimana splendida come questa, sicuramente sarà bello anche nel weekend, sarebbe assurdo che cambiasse proprio nel fine settimana. La nuvola dell’impiegato è una leggenda inventata da Paolo Villaggio. Ma. Vediamo le previsioni del tempo: è previsto un peggioramento delle condizioni atmosferiche per il fine settimana!! Non posso crederci!!

Allora la nuvola dell’impiegato esiste! Non venite a raccontarmi che non è vero! Faccio una veloce ricerca su Google. Scopro che due accademici tedeschi, tali Baeumer e Vogel, hanno pubblicato nel 2007 uno studio che fornisce un fondamento scientifico a questa teoria: le variabili climatologiche seguono “un’inaspettata periodicità settimanale”.

Sono allibito. Controprova. Accedo a un database con i dati climatologici della città di Firenze dal 2000 a oggi; faccio una veloce ricerca raggruppando i dati in base al giorno della settimana. Incredibile: il giorno più piovoso in assoluto risulta essere la Domenica, seguito (a lunga distanza) dal Martedì e dal Sabato (quasi a parimerito), quindi (a molto lunga distanza) seguono gli altri giorni!

Baeumer e Vogel parlano di una periodicità “inaspettata”, perché, ovviamente, la natura non conosce le settimane, sono un’invenzione umana. I due studiosi, in mancanza di altri elementi scientifici, sostengono che l’andamento sia dovuto in qualche modo alle attività umane e all’inquinamento. Mah. Alla fine è sempre vero che la Fortuna è cieca mentre la Sfiga ci vede benissimo. Forse questa periodicità non è poi così inaspettata.

Alta pressione a gogo!

Alta pressione a gogo!

A Firenze abbiamo avuto un weekend quasi primaverile: il cielo azzurro, la temperatura mite, un fine settimana come non se ne vedevano da un bel po’, dopo un 2010 che ci ha flagellato con le sue interminabili piogge.

Stranamente, questa piccola tregua ai rigori dell’inverno mi ha portato un po’ di malinconia: forse per la consapevolezza della sua fugacità, forse perché, anticipando la bella stagione, è come uno sguardo gettato sul futuro, che al tempo stesso richiama alla mente l’alternarsi delle stagioni e manda inevitabilmente indietro l’orologio della memoria.

Un solo raggio di sole, più della roboante confusione del Capodanno, mi ha portato a riflettere sul fatto che è trascorso un altro anno, a pensare alle tante cose che sono cambiate in questo periodo e ai prossimi grandi cambiamenti che mi aspettano. La nostalgia si mescola alla speranza, la speranza alle mie solite, mille ansie.

E tutto questo solo per un paio di giorni di bel tempo: non c’è che dire, sono proprio meteoropatico!