In attesa del Nobel

Pubblicato: 6 settembre 2011 in AcidaMente
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Uno dei collegi dell'Università di Cambridge, il migliore ateneo del mondo

Uno dei collegi dell'Università di Cambridge, il migliore ateneo del mondo

Qui in Italia si fanno un sacco di discussioni sul sistema scolastico, su quello che la scuola dovrebbe dare agli studenti, sul fatto che lo scopo dell’università non è la trasmissione ma è la ricerca del sapere, sui costi sui tagli sui gessetti e sulla carta igienica, eccetera eccetera eccetera. D’altro canto l’istruzione sembra rappresentare sempre di più solo un capitolo di spesa per un moderno Stato-azienda e, anche per quanto riguarda l’università, le tasse d’iscrizione (tra le più basse d’Europa) non riescono minimamente a coprire i costi del personale, figuriamoci quelli della ricerca.

Ma del resto, stiamo parlando dell’università italiana, che non è certo un’istituzione prestigiosa: è uscita in questi giorni la classifica QS delle migliori università al mondo, che vede il primo ateneo italiano, quello di Bologna, classificarsi solo in 183° posizione, mentre il primo posto è occupato (verrebbe da dire “ovviamente”) dall’università di Cambridge e altre tre università inglesi occupano rispettivamente il quinto, il sesto e il settimo posto.

Sarà, ma ogni volta che facendo zapping si capita su Studio Aperto (ma ormai anche sul TG1 o sul TG2…) la maggior parte dei servizi di “approfondimento” (leggi: che non riguardano i gossip) cominciano con la frase “Secondo uno studio inglese…”, cui seguono le inutili panzane alle quali siamo ormai – ahimé – assuefatti. Sembra che negli atenei inglesi non si faccia altro che fare ricerche demenziali: provate a cercare su Google News “ricerca inglese” e vedrete se non ho ragione. Oggi, ad esempio, ho ottenuto la seguente lista di risultati: una ricerca inglese dimostra che il caffè a colazione non migliora le prestazioni della giornata, un’altra afferma che gli uomini sono soggetti al colpo di fulmine più delle donne, un’altra ancora che la lunghezza dell’anulare è proporzionale alla carica sessuale di un uomo, per concludere in bellezza con la statistica che indica il mestiere preponderante per i nati in un certo mese dell’anno.

Certo che a fronte di queste ricerche è difficile non essere dalla parte dei ragazzi inglesi che protestano perché si sono visti triplicare le tasse universitarie (che dall’anno prossimo ammonteranno mediamente a 9000 sterline all’anno!), soprattutto quando il governo risponde che “è stato necessario per mantenere alto lo standard di eccellenza accademico delle università del Regno Unito”!! Eh, beati loro che hanno le migliori università del mondo! Io, che sono italiano, posso solo consolarmi pensando che, essendo nato a giugno, ho buone probabilità di diventare amministratore delegato o di prendere il premio Nobel!

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