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“Sarebbe bello che almeno una volta, almeno ogni tanto, in questo dannatissimo mondo, qualcuno che cerca qualcosa avesse in sorte di trovarla, così semplicemente, e dicesse l’ho trovata, con un lievissimo sorriso, l’avevo persa e l’ho trovata – sarebbe poi un niente la felicità.”

(Alessandro Baricco)

 

Non ho mai avuto fiducia nell’umanità. Ho sempre pensato che ogni azione umana sia sempre spinta da qualche tipo di tornaconto personale. E che gli uomini siano per loro natura gretti, meschini ed egoisti.

Devo ammettere che questo schema mentale nella vita mi ha risparmiato molte delusioni: alla fine le persone si comportavano sempre nel modo che mi sarei aspettato da loro. E probabilmente anche io mi sono sempre comportato allo stesso modo verso le persone che avevo intorno.

Ci siamo abituati, è la natura umana, non ci facciamo nemmeno più caso. Anzi con il tempo abbiamo imparato a mascherare i nostri artigli affilati dietro una stretta di mano, a nascondere il nostro digrignare di denti dietro un sorriso tirato. Siamo diventati più educati (è già qualcosa), ma nella sostanza siamo sempre lupi famelici gli uni verso gli altri.

Ma poi oggi mi è successa questa cosa. Una storia degna di Gramellini, lo so. Io non lo sopporto Gramellini, però mi è successa. Ho perso il portafoglio mentre tornavo a casa. Sono tornato a cercarlo lungo la strada che avevo percorso, ma invano. Avevo dentro tutti i miei documenti, oltre a due bancomat, il badge per entrare al lavoro e varie altre carte più o meno importanti. Depresso, incattivito, innervosito ho passato il resto del pomeriggio a inveire contro me stesso e a seguire le classiche procedure per bloccare tutti gli accessi.

Poi dopo cena ha suonato il citofono. Chi può essere a quest’ora? Non ci pensavo neppure lontanamente. E invece era proprio così: una signora aveva trovato il mio portafoglio, l’aveva raccolto e poi, leggendo l’indirizzo dai miei documenti, era venuto a portarmelo a casa, non appena aveva finito di lavorare.

Intonso. C’erano persino i soldi che avevo quando mi era scivolato dalla tasca.

Avrei voluto ricompensarla in qualche modo per la sua onestà, per essersi presa addirittura la briga di venire fino a casa mia a riportarmelo: ho provato a offrirle del denaro, a chiederle in quale modo avrei potuto sdebitarmi, ma ha rifiutato con decisione. Ha solo detto che è quello che avrebbe voluto le succedesse se fosse capitato a lei di perdere il portafoglio. Ed è andata via.

Io sono rimasto di sasso. Contento di riavere le mie cose, contento soprattutto di non dover rifare tutti i documenti. Ma anche un po’ frastornato, stupito, confuso. Questa gentile signora ha rotto i miei schemi mentali, ha fatto qualcosa che non mi sarei aspettato. Con un piccolo gesto mi ha commosso. E mi ha lasciato lì, con gli occhi di un bambino, il portafoglio stretto in mano e un sorriso ebete sulle labbra.